Ancora sui conventi delle Clarisse di Faenza

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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ANCORA SUI CONVENTI DELLE CLARISSE DI FAENZA

Lucio Donati

Ho già trattato l’argomento nel saggio “Antiche strutture ecclesiastiche nella vallata del Lamone tra Faenza e Sarna, edizione del 2007 e 2009”, ma è necessario ribadire che la documentazione storica, non i racconti parzialmente fantasiosi come quello relativo a S. Umiltà, ci dimostrano chiaramente come l’Isola di San Martino fosse ubicata in destra del fiume Marzeno e non tra questo e il Lamone, dove era il Molino dell’Isola, come vorrebbe monsignor Francesco Lanzoni. Svariatie zone in prossimità dei fiumi venivano dette “Isole”, per cui anche monsignor Giuseppe Rossini colloca un antico molino e terreni di pertinenza del convento dei SS. Lorenzo e Ippolito in detta area, mentre si tratta delle Isole di Prè Candiana in zona Borgo Durbecco, dove fu l’omonimo canale derivato dal Cerchione, cioè il tratto terminale del canale di Granarolo.
Il “locus fratris Viviani, primo convento delle Clarisse, era quindi ubicato in destra Lamone nei pressi del Borgo e fu trasferito in un secondo tempo nel vicino Poggio di San Martino, oggi “villa Prato”. L’errore del Lanzoni è ripreso da don Ruggero Benericetti nel saggio intitolato “Note storiche sulle chiese dei monasteri femminili della città di Faenza durante l’età medievale e moderna, Faenza 2020”, dove però si afferma correttamente che la chiesa di San Martino in origine era dei Canonici Regolari di S. Maria in Porto di Ravenna e non dei Canonici della cattedrale faentina, come scrissi a suo tempo.



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