LA BATTAGLIA DI FAENZA O DELLE VIGNE 2100 ANNI FA
Gilberto Casadio
Esattamente
duemila e cento anni fa nei i pressi di Faenza ci fu una sanguinosa
battaglia ricordata dagli storiografi antichi che si sono occupati di
quel periodo (Livio, Appiano, Velleio Patercolo): si tratta del primo
avvenimento storico legato al nome della città. Siamo al tempo della
guerra civile romana che vide fra l'86 e l'82 a.C. lo scontro fra i
sostenitori del partito popolare (la borghesia di quei tempi, per usare
un termine moderno) e quelli del partite senatorio i cui esponenti
appartenevano alle antiche nobili famiglie romane. I primi avevano il
loro capo in Gaio Mario, i secondi in Lucio Cornelio Silla.
|
|
Gaio Mario
|
Lucio Cornelio Silla
|
Per comprendere la violenza di questi scontri bisogna tenere presente
che in quegli anni era avvenuta una profonda trasformazione
nell'esercito romano con il ricorso all'arruolamento volontario della
parte più bassa della popolazione, specialmente delle campagne. In
questo modo l'esercito non era più statale ma professionale. In pratica
diventava di proprietà del suo generale che ne poteva disporre non solo
per la difesa dello stato e, ma anche a fini privati. I soldati
ricevevano la paga dai loro comandanti, venivano da loro autorizzati ai
saccheggi e allo sterminio dei nemici.
Quinto Cecilio Metello Pio, decide il piano di battaglia.
|
La lotta per impadronirsi del potere a Roma non fu quindi un semplice
scontro fra congiurati o bande armate, ma una serie di battaglie fra
eserciti contrapposti di migliaia di soldati regolarmente inquadrati.
Morto Gaio Mario agli inizi del conflitto, furono i suoi seguaci a
seguirne le mosse. La guerra si concluse il 1° novembre dell'82 a Roma
con la battaglia decisiva a Porta Collina e il trionfo di Silla. In precedenza c'erano stati numerosi scontri in Italia fra le due
fazioni. Nell'estate di quell'anno, giusto 2100 anni fa, il generale
sillano Quinto Cecilio Metello Pio sconfisse nei pressi di Faenza
l'esercito avversario comandato dal console Gneo Papirio Carbone e dal
proconsole Gaio Norbano. Lo storico Appiano di Alessandria, vissuto nel
II secolo d.C., nella sua Storia Romana, scritta in greco, ci ha
lasciato una interessante descrizione di quella battaglia. Ecco le sue
parole in una traduzione fedele all'originale: "Carbone e Norbano, al
termine di una giornata di marcia, giunsero verso sera nei pressi di
Faenza a ridosso dell'accampamento di Metello.
Mancava un'ora sola al
tramonto e tutt’intorno c'erano fitti vigneti Seguendo un impulso
irrazionale essi schierarono l'esercito in ordine di battaglia nella
speranza di spaventare Metello con la loro imprevedibile decisione, ma
furono sconfitti. |
A causa del luogo inadatto e dell'ora tarda, i loro
soldati furono schiacciati contro le piante e caddero a mucchi: 10 mila
morirono, 6 mila si arresero, gli altri si sbandarono e solo mille
riuscirono a inquadrarsi e a raggiungere Rimini". Una vera e propria
carneficina, consumata in poco tempo; si tenga conto che Appiano non da
il numero dei caduti dell'esercito sillano che pure vi saranno stati
anche se in numero largamente inferiore. A questo punto sorge una curiosità: in quale luogo esatto del
territorio faentino avvenne la battaglia popolarmente nota anche come
la Battaglia delle Vigne? Ovviamente non è possibile stabilirlo.
Possiamo solo dire che i vigneti negli ultimi due secoli prima di
Cristo erano una caratteristica fondamentale del paesaggio agricolo
della campagna faentina di quel tempo: lo confermano gli antichi
scrittori latini di agricoltura. In particolare Marco Terenzio Varrone
[116-27 a.C), in un passo del suo trattato d'agricoltura, ricorda un
amico, tale Marzio Libone, che possedeva nel faentino un vigneto che
vantava l'eccezionale produzione (rapportata alle misure moderne) di
più di 300 ettolitri per ettaro. Questo in un'epoca nella quale veniva
considerata buona (cioè superiore alla media) una resa di 160 ettolitri
per ettaro. Quindi la battaglia può essere avvenuta in qualsiasi punto
della campagna faentina, ma se vogliamo seguire il filo della
suggestione, allora dobbiamo ricordare che a Faenza esiste una Via
delle Vigne, che partendo dalla città si inoltra verso sud-est in una
zona fertile e ricca di vigneti (in verità oggi in buona parte
sostituiti dalle coltivazioni di kiwi). Una suggestione alla quale non
è sfuggita nemmeno la Commissione Toponomastica comunale che ha
assegnato il nome di Via della Battaglia alla strada che, partendo da
Via delle Vigne, raggiunge la Via Emilia al km. 60, di fronte alla
Provinciale per Reda.
|