Vincenzo Caldesi e due Reggimenti Svizzeri
di Nino Drei
Un
episodio apparentemente minore e poco conosciuto, ma in realtà
importante quanto una battaglia vinta, si verifica a Faenza agli inizi
del 1849 ed ha tra i protagonisti Vincenzo Caldesi. La fine del 1848 è
stata convulsa per l’Italia e per le Legazioni Pontificie in
particolare. Mentre la guerra langue dopo le sconfitte subite
nell’estate dagli italiani, il 25 novembre Pio IX abbandona la città di
Roma per rifugiarsi a Gaeta spezzando così definitivamente le residue
speranze piononiste. Il 29 dello stesso mese vengono convocate le
elezioni dei deputati all’Assemblea Costituente Romana per il 21
gennaio dell’anno successivo. Vincenzo Caldesi, da sempre cospiratore e combattente per la libertà,
il 1° dicembre del 1848 viene eletto vicepresidente del Circolo
Popolare di Faenza ed il 29 dello stesso mese è nominato Anziano nella
Magistratura faentina. Il 23 gennaio 1849 è il primo degli eletti
all’Assemblea Costituente Romana nella nostra provincia ottenendo 9.137
voti.
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Vincenzo Caldesi, disegno F. Savini. |
Giuseppe Barilli, ovvero Quirico Filopanti.
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All’inizio del gennaio del 1849 il patriota bolognese Quirico Filopanti
per “un segreto e confidenziale avviso proveniente da Gaeta informato
che per ordine di Pio IX i due reggimenti svizzeri dovevano partire per
Gaeta” si accorda con Berti Pichat, Preside (Prefetto) di Bologna e coi
comandanti della Guardia Civica per impedire, se possibile in via
amichevole, la partenza di quei due reggimenti di stanza l’uno in
Bologna e l’altro in Forlì. Se essi avessero eseguito gli ordini non
solo sarebbero poi stati utilizzati contro la Repubblica Romana, ma
avrebbero anche potuto, al loro passaggio, eccitare moti reazionari.
L’allarme da Bologna viene diffuso anche ai Circoli Popolari della
Romagna e, primo fra tutti, a quello di Faenza che è il centro di
smistamento delle notizie che da Bologna vengono diramate agli altri
centri della Romagna. I molti e calorosi appelli rivolti dal Filopanti
e da altri patrioti ai mercenari svizzeri rammentando loro di essere
figli di una libera repubblica non ottengono alcun risultato, così come
gli incontri con il loro comandante, il generale Latour, rimangono
senza esito; ad ogni appello gli svizzeri oppongono la santit del
giuramento prestato all’atto dell’arruolamento. Nella notte fra il 27
ed il 28 gennaio i presidenti del Circolo Popolare e di quello
Nazionale di Bologna comunicano al Circolo di Faenza, incaricandolo
anche di trasmettere la notizia a Ravenna ed a Lugo, che gli svizzeri
si stanno preparando a partire per il giorno 29 e raccomandano, “nel
supposto che riescano a sfuggirci” di fare tutto il possibile per
evitare che i due reggimenti si riuniscano. Vincenzo Caldesi, a nome
della Magistratura faentina della quale fa parte, scrive il 28 gennaio
al Preside (Prefetto) di Ravenna conte Francesco Laderchi, altro
faentino, per informarlo della cosa e, nello stesso tempo, per
assicurargli che a Faenza tutto è pronto anche per usare la forza delle
armi se sarà necessario. In effetti Caldesi, uomo d’azione, non ha
perso tempo per organizzare uomini ed armi per contrastare gli
svizzeri. Nello stesso giorno, in qualità di vicepresidente del Circolo
Popolare di Faenza, scrive al Circolo di Lugo, accompagnando la
comunicazione ricevuta da Bologna, che l’atteggiamento degli svizzeri
di guarnigione a Forlì è estremamente ostile ai patrioti ed esorta ad
essere pronti a scendere in campo con le armi.
Sempre il giorno 28 Caldesi, dopo aver fatto suonare a stormo la
campana del Municipio, attua un rapido colpo di mano arrestando gli
ufficiali svizzeri, fra i quali il colonnello Kaiser, che si trovano a
Faenza per preparare gli alloggi per il reggimento che si attende da
Bologna. Il giorno 30 il generale Latour, prendendo atto della
decisione dimostrata dagli avversari, e dal Caldesi in particolare,
rinuncia ad eseguire l’ordine di partenza ricevuto da Pio IX e, pochi
giorni dopo, i due reggimenti si sciolgono. Caldesi può così informare
i colleghi del Circolo Popolare di Lugo che il pericolo è cessato ed
aggiunge di avere rimesso in libertà gli ufficiali svizzeri arrestati.
Subito dopo Vincenzo Caldesi parte per Roma dove, il 2 febbraio, è
convocata l’Assemblea Costituente Romana.
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