Slovacchi a Faenza
di
Enzo Casadio e Valli Massimo
Nel
cimitero dell'Osservanza, molti avranno notato che c'e un piccolo settore che
ospita un cimitero militare britannico, con le tombe di una trentina di
militari morti nella nostra città durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918)
mentre erano ospitati nel campo di transito di Piazza d'Armi o erano ricoverati
nell’ospedale militare inglese. Oltre ai resti dei militari britannici, in
altri settori del nostro cimitero ci sono anche quelli di alcune decine di
soldati italiani deceduti mentre erano negli ospedali della nostra città
durante la Seconda Guerra Mondiale. Forse pochi sanno che, nel nostro cimitero
riposano anche trenta soldati slovacchi deceduti alla fine del 1943. Nel 1918
dallo smembramento dell'impero austro-ungarico nacque la Cecoslovacchia, che
comprendeva due gruppi etnici, i Cechi e gli Slovacchi. Nel 1938, la Germania
nazista invase una parte del Paese, la regione dei Sudeti, creando il
Protettorato di Boemia e Moravia ed annettendolo al terzo Reich. L'anno
successive la Slovacchia ottenne l'autonomia, ma fu sottoposta al controllo del
governo di Berlino.
Posto di osservazione dei militari slovacchi, lungo il fiume Lamone, sullo sfondo il ponte di ferro.
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Militari slovacchi in una postazione contraerea.
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Un
corpo di spedizione slovacco partecipò a fianco delle truppe tedesche
all'invasione della Polonia e successivamente furono costituite due divisioni
che presero parte alla campagna di Russia. Dopo la sconfitta di Stalingrado, la
Seconda Divisione Slovacca fu trasferita in Italia. II morale delle truppe era
molto basso e le diserzioni erano numerose. I reparti furono in gran parte
disarmati ed utilizzati per lavori di costruzione nelle retrovie o come
serventi nelle postazioni dell'artiglieria contraerea. II 1° novembre 1943 la
Divisione giunse a Ravenna e a Faenza. Nella nostra città le truppe presero
alloggio nella caserma di S. Domenico, dove c'erano le stalle per i grossi
cavalli usati per il traino delle carrette di cui erano dotate.
Gli
Slovacchi, che erano cortesi e pacifici, simpatizzarono subito con la
popolazione, erano anche molto religiosi e partecipavano in gruppo alla messa
del soldato che si teneva ogni domenica nella chiesa di S. Domenico. II 30
dicembre durante un bombardamento alleato su Ravenna furono colpiti i loro
alloggiamenti nella zona del Candiano, causando la morte di 23 militari. II 2
gennaio del 1944 le salme furono trasportate a Faenza per essere inumate nel
nostro cimitero. Dopo la funzione religiosa nella chiesa di S. Domenico, le
bare, a bordo di autocarri, raggiunsero il cimitero dell'Osservanza per l'inumazione.
Ai funerali parteciparono numerosi Faentini. II cappellano militare slovacco
don Stefano Sivak, commosso dalla partecipazione della popolazione locale,
invio al "Piccolo" una lettera di ringraziamento perché venisse
pubblicata. Successivamente furono trasportate nella nostra città le salme di
alcuni Slovacchi deceduti in altre località.
In
questo trafiletto il "Carlino" riduce a 4 il numero reale dei 24
Slovacchi uccisi durante il bombardamento del 30 dicembre 1943. Errore
o adeguamento alla "prassi riduttiva" della propaganda di guerra?
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Faenza, 2 gennaio 1944: le bare allineate davanti alla Chiesa di S. Domenico.
(Foto collezione Veniero Casadio Stozzi)
Piazza S. Domenico. Le bare caricate su alcuni autocarri per il trasporto al cimitero.
(Foto collezione Veniero Casadio Stozzi)
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Dopo avere oltrepassato porta Montanara, il corteo si dirige al cimitero.
(Foto collezione Veniero Casadio Stozzi)
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La prima tumulazione dei soldati Slovacchi.
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Il
cappellano militare slovacco Stefan Sivak ringrazia sulla stampa
locale la cittadinanza faentina per le onoranze tributate ai soldati
slovacchi.
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Cimitero dell'Osservanza. L'ossario che raccoglie i resti dei soldati slovacchi.
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Il
10 gennaio il comando Slovacco lasciò la nostra città e in tale occasione fece
pubblicare un manifesto per ringraziare la popolazione locale per la buona
accoglienza ricevuta. Alcuni reparti rimasero fino a primavera. La Seconda
Divisione Slovacca in Italia non fu mai impiegata in combattimento in quanto i
Tedeschi la consideravano poco affidabile. Nell'agosto del 1944 gran parte dell’esercito
slovacco in patria si sollevò contro i Tedeschi, anche in Italia molti
disertarono e passarono dalla parte degli alleati. Nel 1963 i resti dei trenta
soldati slovacchi furono riesumati e tumulati nel viale Novizi II vicino all'ingresso
del campo Cisterna.
Il presidente della Repubblica Slovacca in visita a
Faenza
Come
ricorderete, nel n. 105 di «Radio 2001 Romagna» (dicembre 2002),
pubblicammo un
articolo di Enzo Casadio e Massimo Valli, intitolato "Slovacchi a
Faenza" (che qui vediamo pubblicato all'inizio di questa pagina web).
Vi si spiegava il perché della presenza, nel nostro cimitero
dell'Osservanza, di trenta tombe di militari slovacchi, morti in
Romagna alla
fine del 1943. Abbiamo
poi mandate alcune copie della nostra pubblicazione al dott. Jozef Miklosko,
ambasciatore della Repubblica Slovacca in Italia, il quale, con una cordiale
lettera del 28 gennaio 2003, ci ringraziava, con parole di apprezzamento sul
nostro lavoro, e ci prometteva che sarebbe venuto a Faenza, non appena
possibile, per una visita. Successivamente,
nel n. 107 della nostra rivista (giugno 2003), assieme alla lettera
dell'ambasciatore Miklosko, apparve una serie di foto, fornite dall'amico
Veniero Casadio Strozzi, relative ai solenni funerali del militari slovacchi,
che si tennero nella nostra città il 2 gennaio 1944, con grande partecipazione
di Faentini.
Da
sinistra Enzo Casadio, Massimo Valli, il Presidente della Repubblica
Slovacca Rudolf Shuster, Giuliano Bettoli, l'Ambasciatore Josef
Mikloskov.
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Ebbene, siamo rimasti molto sorpresi, quando, inaspettatamente, ci e
giunta una telefonata dell'Ambasciatore Slovacco che ci preannunciava
la visita al nostro cimitero, addirittura di Rudolf Schuster, attuale
Presidente della Repubblica Slovacca, e ci pregava di informarne
l’Amministrazione Comunale. II nostro Sindaco, attraverso i suoi
funzionari, ha predisposto ogni cosa per una appropriata accoglienza.
La visita si è svolta nella prima mattinata di sabato 22 novembre
scorso. II Presidente Schuster, che era accompagnato dai tre figli di
Dubcek, non dimenticato e coraggioso premier cecoslovacco - Pavol,
Peter e Milan - era nella nostra Regione per recarsi a Bologna, a
presenziare all’apertura dell'anno accademico, a ricevere dal Magnifico
Rettore dell'Università l'onorificenza Sigillum Magnum e, inoltre, per
inaugurare una mostra, sempre a Bologna, su Alexander Dubcek. II
Presidente, informato dalla sua ambasciata, dei militari suoi
compatrioti, sepolti nella nostra città, ha approfittato dell'occasione
per fare una breve sosta a Faenza, e rendere omaggio alle loro tombe. |
Si è trattato di una visita
privata, che si è svolta comunque alla presenza del Prefetto, del Questore, del
nostro Sindaco, Claudio Casadio, e di mons. Vasco Graziani, Vicario Generale
della Diocesi. II
Presidente, che era accompagnato dalla signora, è stato molto gentile e ha
voluto accanto a se anche gli autori del servizio su "Radio 2001
Romagna". La cerimonia è stata semplice, ma suggestiva. Dopo la
deposizione di una corona davanti alle tombe del giovani slovacchi caduti tanti
anni fa, vi è stato un breve momento di raccoglimento, durante il quale una
tromba ha suonato il silenzio. Casadio e Valli, per mezzo del bravo interprete,
hanno spiegato al Presidente Schuster le tragiche vicende che portarono alla
morte di tanti suoi connazionali.
L'ambasciatore Jozef Miklosko, una persona
estremamente cordiale e simpatica, un vero amico, ci ha promesso di ritornare a
Faenza al più presto e sostare con noi, in tranquillità. Siamo molto contenti
che la nostra rivista sia servita per far conoscere alle autorità slovacche i
nomi, forse dimenticati, di loro compatrioti di cui Faenza custodisce decorosamente
le salme e che, attraverso la visita del Capo di Stato della Repubblica
Slovacca, sia iniziato un legame duraturo con la nostra città
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