Faenza e la Grande Guerra

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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Sabato 23 maggio 2015, anniversario della dichiarazione delle ostilità da parte dell'Italia all'Austria-Ungheria, prendono ufficialmente il via le manifestazioni organizzate dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza per ricordare il centesimo anniversario dell'entrata del nostro Paese nella Prima Guerra Mondiale. Tema predominante di tutte le iniziative - che si concluderanno nel 2018, anno centenario dell'epilogo di Vittorio Veneto - sarà il rapporto fra la città di Faenza e gli eventi bellici. Per quanto le vicende storiche generali della Grande Guerra siano conosciutissime, si sa ancora poco su quanto essa abbia effettivamente influito nella vita faentina. Tanto più che la nostra città, dotata di un proprio presidio militare e dichiarata fin dai primi giorni zona di guerra al pari dell'intera provincia di Ravenna, svolse un importante ruolo logistico nell'approvvigionamento di viveri e munizioni, nel ricovero dei feriti, nell'accoglienza dei profughi e nella detenzione dei prigionieri, come pure fu un importante snodo strategico nei trasporti ferroviari. Il computo ufficiale delle perdite faentine si attesta a circa 670 per i soli caduti in combattimento, a cui vanno aggiunti i dispersi e morti per malattia, anche se si registrano sensibili incongruenze nelle cifre che si sta cercando di sanare mediante una specifica ricerca i cui risultati saranno resi pubblici nei prossimi mesi.


Capofila delle iniziative del centenario sarà il Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea, che propone due importanti eventi espositivi permanenti la cui inaugurazione è in programma sabato 23 maggio alle ore 18,00 presso la sede del Museo in corso Garibaldi 2 (ingresso libero, apertura sabato e domenica ore 10 - 12 / 15 - 19) alla presenza delle autorità cittadine. Il primo consiste nell'apertura di una nuova sezione del Museo interamente dedicata alla Prima Guerra Mondiale, nella quale saranno esposti i cimeli di proprietà museale, prevalentemente armi, fotografie, documenti e ritratti. Dal momento che le raccolte del Museo del Risorgimento si sono costituite nel corso degli anni mediante donazioni da parte dei discendenti di quei faentini che militarono nelle campagne risorgimentali, ci si propone ora di proseguire e rinsaldare il rapporto che lega la città a questa istituzione stimolando il censimento, lo studio e la valorizzazione, ed eventualmente una donazione al Museo, dei numerosi materiali che risultano ancora conservati nelle dimore degli eredi dei reduci e che talvolta giacciono completamente dimenticati. Curatore scientifico dell'allestimento di mostra è Enzo Casadio, autore di numerose pubblicazioni sulle due Guerre Mondiali.

Il secondo evento è la mostra "Cari concittadini!. La Grande Guerra a Faenza vissuta tramite i manifesti d'epoca", a cura di Antonia Alpi e Michela Dolcini, in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Archivio di Stato di Ravenna, Sezione di Faenza. Essa si propone, mediante la riproduzione di una selezione di manifesti pubblici conservati nell'Archivio Storico Comunale e la loro affissione sui muri del centro cittadino si ripropone di comunicare in forma diretta ai faentini di oggi le ansie e le preoccupazioni che ai concittadini di un secolo fa venivano trasmessi da quei comunicati di guerra e pubblicati in una escalation sempre più drammatica. Dagli inviti patriottici alla mobilitazione generale, dalle disposizioni delle autorità militari all'arruolamento, dalla regolamentazione della vita cittadina agli inviti alla solidarietà, fino alle più meste direttive per la gestione delle informazioni alle famiglie, dei feriti e delle pensioni di guerra, la lettura di questi manifesti evidenzia il rapporto fra la città di Faenza e gli eventi bellici e restituisce nettamente ai faentini del XXI secolo il coinvolgimento della popolazione in un conflitto sempre meno distante, che ben presto dissipò ogni ingenuo entusiasmo e mostrò il volto di una sciagura che mai l'umanità aveva vissuto in precedenza.

Il territorio faentino, al pari di quello della Provincia di Ravenna, fin dai primi giorni fu dichiarato zona di guerra e svolse un importante ruolo logistico e di ricovero di feriti, profughi e prigionieri. Anche se il computo esatto presenta diverse incongruenze, il numero dei faentini deceduti si attesta a circa 670 per i soli caduti in combattimento, a cui vanno aggiunti i dispersi e morti per malattia. La mostra è concepita secondo una struttura modulare, che scandirà i quattro anni del cammino rievocativo 2015-2018 proponendo poi in successione i manifesti relativi agli anni 1916, 1917 e 1918.

Essa è pure la prima iniziativa congiuntamente organizzata con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Archivio di Stato di Ravenna, Sezione di Faenza - dove è depositato l'Archivio Storico Comunale - con l'intento di fare meglio conoscere alla cittadinanza l'immenso tesoro documentario conservato presso questo autentico deposito della memoria cittadina. E proprio per valorizzare a far fruire ai faentini tale patrimonio, nel corso del 2014 l'Amministrazione Comunale di Faenza ha siglato con il Ministero competente un'apposita convenzione per garantire l'apertura quotidiana del servizio.
Info: tel. 0546 691663 - 0546 691667 www.comune.faenza.ra.it


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