Vicolo delle Vergini e vicolo Montini

"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici.
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Vicolo delle Verginie e Vicolo Montini

di Stefano Saviotti

Il piccolo quartiere compreso fra le vie Castellani, Tonducci, Cavour e il parco Tassinari ha origini prettamente medioevali, ed era già compreso nel circuito delle prime mura cittadine, demolite dall’Imperatore Federico II nel 1241. La zona comprende le vie Montini, delle Vergini e Folli; via Montini in particolare è la strada più tortuosa del centro storico faentino, le cui strade di solito sono invece abbastanza rettilinee. Nel Medioevo quest’area era servita dalla chiesa parrocchiale di S. Illaro (Ilario), la cui prima notizia risale al 1188.



La chiesa sorgeva all’incrocio fra via Montini e vicolo delle Vergini, dov’è la casa confinante col parco Tassinari, e si affacciava sul piccolo slargo ancora esistente. La chiesa medioevale però, ormai cadente e lesionata dai terremoti, non poteva più essere riparata, per cui nel 1702 il parroco Don Ottaviano Ricci la vendette alle confinanti suore di S. Lucia, e costruì un nuovo tempio in via Castellani all’odierno civico 8. Nel 1805 però , anche la nuova chiesa fu soppressa, venduta e trasformata in abitazione sei anni dopo. Fino a tutto il Settecento, via Montini si chiamava Contrada delle Fornaci, essendovi delle attività artigianali per la produzione di pentole in terracotta; nel 1798 esisteva ancora la fornace di Silvestro Prati all’odierno civico 8. Nel 1830 però la fornace risulta trasferita nella casa di fronte appartenente ai fratelli Bucci (ora numero 19). Nel 1875, entrambe le case erano ad uso fornaci per produrre stoviglie in terracotta, ed appartenevano a Gian Battista Camangi. Il nome di via Montini venne assegnato a partire dal censimento del 1811, a ricordo di questa casata di cui fece parte Ser Girolamo Montini, notaio e cancelliere del Comune nel Quattrocento; non risulta però che dopo il 1800 la famiglia abbia risieduto in questa strada.

Vicolo delle Vergini, fino a tutto il Settecento fu chiamato Contrada di S. Ilario, dato che iniziava da via Montini proprio di fronte a tale chiesa; nel 1812 prese però il nome di Vicolo Trebbio delle Vergini, a ricordo delle suore di S. Lucia. Il loro convento esisteva fino dal XIV secolo ed era assai vasto, in quanto comprendeva metà del parco Tassinari, il palazzo omonimo e pure la casa d’angolo con via Orto S. Agnese, che fino al 1763 era adibita ad ospedale dedicato a S. Antonio Abate e poi fu comprata dalle suore. La chiesa di S. Lucia non si affacciava sulla piazzetta omonima, ma era posta all’inizio di via Castellani, dove ora c’è la montagnola del parco. La chiesa fu ricostruita nel 1724-26 in stile barocco, ma dopo la soppressione napoleonica nel 1798 venne acquistata da tale Andrea Monti, che la demolì per vendere i mattoni assieme a buona parte del convento, trasformato in orto ed oggi in giardino pubblico.


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