Il monumento funerario in San Barnaba |
"Ricordo una vecchia città, rossa di mura e turrita" - Dino Campana, Canti Orfici. |
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IL MONUMENTO FUNERARIO IN SAN BARNABA
Lorenzo Savelli Apparteneva probabilmente ad un personaggio di classe agiata il cui sepolcro faceva parte di
una più vasta necropoli dislocata lungo la via Faentina per Ravenna e il porto di Classe Il monumento funerario fu ritrovata nell'alveo del fiume Lamone nel 1903, in località San Barnaba, e fu ricostruita e trasportata a pochi metri di distanza oltre l'argine del fiume stesso; pertanto con ogni probabilità, questa tomba era situata lungo una strada della centuriazione romana. Essa è costruita con dei grossi blocchi di spungone, quella pietra caratteristica che viene tratta dalle cave della Samoggia e di Ceparano, utilizzata nel Faentino per tutto il Medio Evo e spesso anche precedentemente in epoca romana in blocchi squadrati di misure piuttosto notevoli; questi blocchi furono poi reimpiegati in molte costruzioni faentine dal Medio Evo fino al '700. All'interno la tomba è stata trovata quasi vuota, con pochissima suppellettile.
Il rinvenimento di frammenti di sepolture di questo tipo a Faenza ed in località limitrofe, come Modigliana e Brisighella, fanno pensare che proprio nel centro romagnolo fossero attive maestranze artigianali specializzate in questo tipo di costruzioni. Il monumento di S. Barnaba trova inoltre uno stringente confronto con la base del monumento di A. Murcius Obulaccus rinvenuto nella necropoli più importante di Sarsina - Pian di Bezzo - centro romano dell'appennino forlivese-cesenate situato nella vallata del fiume Savio.
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